C’è una parola che ha preso piede in modo insidioso nelle nostre comunicazioni quotidiane, una parola che, nella sua apparente gentilezza, ha il potenziale di scatenare emozioni, rabbia, e, perché no, anche conflitti: "Cara".
Avete mai ricevuto una mail o un messaggio che iniziava con "Cara"? Non è mica così innocente come sembra. Anzi, c'è qualcosa di subdolo dietro quel saluto apparentemente cordiale. E no, non stiamo parlando del tono caloroso e amichevole che ci si aspetterebbe. Piuttosto, "Cara" è diventata la preferita quando si vuole dare una bella stoccata, ma con grazia. È un modo per essere acidi senza sembrare apertamente offensivi. Insomma, è l’equivalente linguistico di una coltellata con il sorriso sulle labbra.
L'arte del passivo-aggressivo
"Cara" è il preludio perfetto di un passivo-aggressivo ben confezionato. È quel dolce veleno che precede una critica ben assestata, una lamentela pungente o, peggio, una frecciata che colpisce dritto al cuore dell'autostima. Che tu stia parlando con la tua collega di lavoro, con un'amica o, nei casi peggiori, con tua suocera, se il messaggio inizia con un "Cara", preparati: sta per arrivare una bella dose di giudizio, avvolto in zucchero filato.
Immagina di ricevere questo messaggio:
"Cara, hai fatto un ottimo lavoro con la presentazione... Peccato che hai dimenticato i dati più importanti. Non preoccuparti, capita a tutti!"
Bam! Una carezza sulla guancia e un pugno nello stomaco, tutto in un’unica frase. L'uso sconsiderato di "Cara" è un’arma a doppio taglio, un segnale che stai per essere gentilmente demolita, con tanto di sorriso allegato.
Ma che ti ho fatto di male?
Perché ci si sente in dovere di usare "Cara" in modo così sconsiderato? Forse perché è uno scudo che permette di esprimere irritazione, frustrazione o disappunto senza sembrare maleducati. In un mondo in cui siamo costantemente sorvegliati dalla cortesia, "Cara" è diventato il jolly perfetto per mascherare la velenosità sotto uno strato di ipocrisia sociale.
"Cara, hai proprio un buon gusto per i colori... peccato per quella borsa che rovina tutto il look."
Eh già, un consiglio che nessuno aveva chiesto, travestito da complimento. Ma tranquilli, ci è passato praticamente chiunque. Questo uso insidioso della parola si annida ovunque: dalle chat di gruppo al luogo di lavoro, e persino nelle mail istituzionali. La "Cara" è onnipresente.
Come difendersi dalla "Cara"
Ora, come si combatte questo "Cara" sconsiderato e subdolo? Innanzitutto, impariamo a riconoscerlo per quello che è: una piccola trappola verbale. Quando ti arriva un "Cara" non richiesto, respira, sorridi e rispondi con grazia... ma senza cadere nella stessa trappola.
"Cara, grazie mille per il feedback! Lo terrò in considerazione per la prossima volta."
Ecco, così si combatte il fuoco con il fuoco. Rispondi con altrettanta cortesia, ma fai in modo che si capisca che la stoccata ti ha colpito, ma non affondato. La chiave è non lasciarsi destabilizzare da questa gentile malizia e mantenere il controllo.
Quindi..
In conclusione, "Cara" non è più solo una parola affettuosa. È diventata un'arma linguistica di precisione, usata per colpire dove fa più male, senza far sembrare troppo cattivi. Quindi, la prossima volta che ricevi un messaggio che inizia con "Cara", sappi che potrebbe essere solo l'inizio di una battaglia di sottili frecciatine.
Ma ricorda, sei più forte di così. Non c'è "Cara" che possa abbatterti se rispondi con eleganza. O, meglio ancora, evita di usarla tu stessa in modo sconsiderato: non trasformarti in quella persona che usa "Cara" per distruggere il morale altrui. Perché, in fondo, c’è un altro modo di essere gentili: essere sinceri senza la necessità di affilare i denti.